I quattro festeggiati, visibilmente commossi ed emozionati, hanno ripetuto la stessa formula, usata ormai 60 anni prima, ma sempre attuale ed importante.
Decisamente mirata e pertinente è stata l’omelia di Padre Gianmatteo, in qualità di Superiore Provinciale, dove ha sottolineato l’importanza che ha per l’umanità la persona del sacerdote: l’uomo che parla in nome di Dio. Questa autorità, o meglio questo servizio, implica una serie di doveri, di responsabilità e di inevitabili rinunce e sacrifici. Il sacerdote è l’uomo della condivisione, della disponibilità e dell’accoglienza; è l’uomo della Pasqua, del perdono e della Resurrezione. Significativo il silenzio seguito alla fine dell’omelia a dimostrazione che quanto detto ha toccato l’animo di tutti i presenti.
Ma il momento più commovente della cerimonia è stato quando, prima della Benedizione e del congedo finale, ogni festeggiato ha, con spontaneità e naturalezza, raccontato la storia della propria vocazione. Quello che mi ha colpito di più è stato l’entusiasmo col quale, raccontando, esprimevano la propria gioia per la scelta fatta; questi giovani – vecchi hanno parlato orgogliosi e felici, con ricchezza di particolari, ognuno secondo il proprio temperamento, non solo della loro vocazione ma di come ancora oggi la attuino. Chi ha ricordato l’attenzione ed i consigli della madre perché fosse fedele ed attento ai suoi doveri prima di studente e poi di sacerdote e le tante preghiere dette insieme; un altro chiedeva perdono ai suoi insegnanti ed educatori per le monellerie combinate tanto che lui stesso non pensava che sarebbe riuscito a diventare sacerdote; un altro si stupiva per l’affetto che la gente gli dimostrava e che pensava di non meritare e lo riteneva del tutto gratuito; un altro ricordava la prima missione fatta al suo paese da alcuni Missionari Salettini, nel primo dopoguerra, che gli hanno parlato del Messaggio e di quanto questo incontro sia stato determinante nella sua vita.
Hanno raccontato con semplicità, naturalezza ed affetto i momenti fondamentali e felici della loro storia; la parola però più usata è stata GRAZIE: alla Misericordia di Dio, alla Vergine de La Salette, alle famiglie, agli insegnanti e a tutte le persone che hanno incontrato.
Un pensiero particolare è stato per Padre Giovanni che li ha preceduti nella Casa del Padre e per Don Umberto che ha condiviso con loro parte del cammino.
Un lungo e sentito applauso ha concluso gli interventi.
Hanno partecipato a questa Messa anche alcuni giovani del Centro Vocazionale di Napoli e che sono la speranza di tutta la Famiglia Carismatica Salettina.
“GRAZIE“ dobbiamo dire anche noi alla Vergine de La Salette per averci dato Sacerdoti come questi. Preghiamo perché ce li conservi, così come sono “vecchietti” (magari non proprio in piena forma) ma sempre entusiasti testimoni della propria VOCAZIONE. Perché possano ancora aiutarci, guidarci, consigliarci, perdonarci come hanno fatto fino ad ora. Preghiamo anche per le nuove Vocazioni perché l’umanità non può fare a meno dei Sacerdoti.
Ginetta