Il pellegrinaggio, riassumendo quanto detto da San Giovanni Paolo II, nelle sue forme più autentiche costituisce un’alta espressione di pietà: per le motivazioni che ne sono all’origine, la spiritualità che lo anima, per la preghiera che ne segna i momenti fondamentali: la partenza, il “cammino”, l’arrivo, il ritorno.
Il pellegrinaggio è segno della condizione itinerante della Chiesa, popolo di Dio in cammino verso la Gerusalemme celeste. Davanti a noi brilla, nella gloria, Maria, Madre del Signore, spesso ritratta come una pellegrina, quale segno di sicura speranza e di consolazione. Il nostro pellegrinaggio ha una particolare connotazione mariana perché andiamo verso il monte scelto dalla Vergine per “annunciarci un grande Messaggio”.
Ad incontrare Maria a La Salette non ci si arriva per caso. Il Santuario de La Salette non sorge ad un incrocio fra grandi vie di comunicazione e non è né facile né comodo raggiungerlo ai quasi 2000 metri di altitudine, dove si trova. L’andare a La Salette è una scelta: bisogna prepararsi, anche materialmente. Vuol dire, per esempio, portarsi un giubbotto più pesante o un paio di scarpe chiuse ecc… Ma soprattutto vuol dire cercare di “lasciare a valle” tutto quel peso che ci impedisce di ascoltare il breve ma impegnativo Messaggio che la Vergine ci ha affidato con il preciso incarico “di farlo conoscere”.
Pellegrini italiani eravamo oltre 250 provenienti da Verona, da Isernia, da Aosta, dalla Calabria, da Napoli, da Salmata e da Roma.
Il pellegrinaggio è ufficialmente iniziato venerdì 1° luglio con una Veglia di preghiera che introduceva il tema “La Salette e la Misericordia”.
Sabato, dopo le Lodi e la presentazione del Messaggio la prima delle tre conferenze tenute da Mons. Cesare Nosiglia arcivescovo di Torino. Nel pomeriggio, dopo la Messa animata dal coro di Isernia e la seconda conferenza di Mons. Nosiglia, un concerto offertoci dalle autorità della città di Corps. Ha concluso la giornata la tradizionale e suggestiva processione-fiaccolata, con la statua della Vergine sui luoghi dell’Apparizione.
Domenica: le Lodi, l’ultima conferenza e la solenne celebrazione Eucaristica concelebrata da Mons. Nosiglia, dal vescovo emerito di Morondava (Madagascar) e da tutti i sacerdoti presenti; partecipavano anche pellegrini francesi, polacchi, cechi e tedeschi pertanto alcune parti della Messa erano lette nelle varie lingue.
Nel pomeriggio, dopo l’Adorazione e la processione con il Santissimo Sacramento, la Benedizione solenne ha concluso il pellegrinaggio.
Le foto di gruppo, un po’ di commozione e tanti abbracci e saluti. Siamo stati incaricati di salutare “tutta la comunità della nostra parrocchia” da Mons. Nosiglia che ricordava volentieri quando era Vescovo Ausiliare del nostro settore, da padre Celeste, da padre Stanislao, da padre Manuel (attuale rettore del Santuario).
Con Mons. Nosiglia
Con Padre Celeste
Con Padre Stanislao
Noi tre di Roma: Piera, suo marito Michelangelo ed io, eravamo col gruppo guidato da padre Heliodoro, che partiva da Salmata. Con noi, sul pullman, vi erano anche padre Luigi Carlo ed i giovani Religiosi Salettini: fratel Edvan, fratel Franzlei e l’aspirante Luca, tutti della comunità di Napoli.
Con Padre Heliodoro
Nel viaggio di andata abbiamo visitato Mantova, seguito “il percorso del Sangue di Gesù” e celebrato la Messa nella chiesa di Sant’ Andrea dove sono conservati i Sacri Vasi. Il giorno dopo, in Francia, abbiamo celebrato la Messa nel Santuario di Notre Dame du Laus dove la Vergine è apparsa, per ben 54 anni a partire dal 1664 alla pastorella Benoîte Rencurel.
Nel viaggio di ritorno a Bologna abbiamo lucrato il giubileo nella chiesa di San Domenico per gli 800 anni della fondazione dell’Ordine dei Predicatori, abbiamo visitato il monastero di santa Caterina da Bologna e celebrato la Messa nel Santuario della Madonna di San Luca. A Salmata ci aspettava padre Giancarlo con una “generosa” cena.
E’ superfluo sottolineare il clima di fraternità, di collaborazione, di condivisione che si è subito creato fra tutti i partecipanti; abbiamo pregato, cantato, scherzato: siamo diventati “amici”. Ci siamo lasciati ringraziandoci a vicenda e promettendoci di ri-incontrarci; ma il ringraziamento più grande va a padre Heliodoro per la sua disponibilità, la sua continua presenza e per aver organizzato il pellegrinaggio nel migliore dei modi.
Un pellegrinaggio a La Salette forse non cambia la vita ma lascia un segno: magari la voglia di verificarla. Comunque si torna arricchiti e di questo dobbiamo ringraziare solo la Vergine Riconciliatrice.
Ginetta