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KRZYZ

Mar 12, 2017

RAGIONI PER CREDERE 1

Un incontro fondamentale

Presentazione
Cari lettori, da questo numero, vogliamo stabilire un dialogo con voi sempre in queste pagine. Gli articoli che saranno pubblicati qui hanno l’obbiettivo di riflettere su una domanda fondamentale di oggi: ci sono ancora ragioni per avere fede?
La questione è importante giacché stiamo vivendo in un periodo di cambiamento d’epoca con il conseguente mutamento di mentalità e di atteggiamenti verso i principi essenziali della vita. Questa “rivoluzione epocale” che si configura con un certo abbandono quasi totale dell’esperienza di fede. È davvero così? La fede è qualcosa che si può mettere da parte? Questa domanda, considerata come un vero e proprio problema, e analizzata dal punto di vista di un sacerdote e dalla visione di una cristiana veramente credente che riscoprono Dio nella loro esperienza quotidiana, sarà oggetto di nostri dialoghi. Quindi, ciò che scriviamo qui sarà sempre la sintesi del dialogo tra un prete e una cristiana.

La fede in un Dio fatto uomo
Perché credere oggi? In realtà, il tema di questo nostro dialogo è: perché non si crede più come prima, come ai tempi dei nostri padri?


P. Adilson – Non si può dimenticare, mia cara Elena, che la questione della fede è molto più profonda di quello che possiamo pensare ed esprimere con le nostre parole.
La fede è sempre un’esperienza personale e che può essere segnata dalle tradizioni familiari, dalle esperienze mistiche e spirituali che facciamo nella vita, oppure da qualche esperienza limite della nostra esistenza.
Così la fede non è una cosa semplice da capire, ma questo non significa che sia qualcosa di complicato da vivere.


Elena – Caro P. Adilson sì, la fede è l’incontro personale e particolare con Dio. Lui è qualcosa più grande di noi, della nostra vita a Cui rivolgerci e che sempre ci ascolta.
L’incontro può avvenire nel silenzio, in un momento difficile della vita, o comunicato attraverso la famiglia o una persona. Si comunica, come ha fatto Gesù, l’amore del Padre che conquista. Dio ti ama sempre e comunque nella Sua infinita misericordia. Dio si è fatto uomo per entrare nel mondo, nella persona di Gesù, morto e risorto per noi, per rivelarci il Suo amore ed indicarci come vivere nel quotidiano ed essere felici.


Ogni persona è chiamata, è amata. Lo puoi percepire attraverso la bontà, l’amore che uno ti trasmette, o può avvenire anche, come in una delle mie esperienze, attraverso una luce notturna che si trasforma in croce per starti sempre accanto nella vita e dirti che Lui c’è sempre e ti sostiene maggiormente nei momenti difficili.

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P. Adilson – È bene ricordarlo, Elena! Non c’è esperienza di fede, e quindi non è possibile trovare ragione di credere, senza la certezza di essere stati scelti da Dio e di fare del Dio di Abramo, di Isacco e di Giacobbe, il nostro Dio.
La tradizione che viene dal Vecchio Testamento è la più bella storia di fede e uno dei motivi più profondi per credere ancora oggi.


Elena – Abramo, Isacco e Giacobbe hanno avuto un incontro personale con Dio, ma è il tuo Dio, di P. Adilson, di Elena, di ogni lettore, di ogni persona che vuole interloquire con tutti personalmente per salvarci. La fede è fondamentale. Sì, è molto importante affrontare le difficoltà, i momenti di cambiamento, le Croci con Lui, perché se abbracci la Sua Croce, ti dà una marcia in più, offri per amore di Lui e degli altri.


P. Adilson – So che è giusto ed è vero, è la formazione cristiana che ho ereditato dai miei genitori, che ho imparato nella mia catechesi e che cerco di vivere nella mia vita di ogni giorno, ma vedi Elena, come prete, ho sempre incontrato la domanda se la fede sia o non sia essenziale per vivere oggi. Perché sempre più l ́indifferenza religiosa si stabilisce nel cuore delle persone che fino a poco tempo possedevano una relazione filiale con Dio? Perché la fede non è più importante?


Elena – Però, occorre anche una voce diversa nell’attuale vita frenetica e di solitudine. Diffondiamo entusiasmo per la vita degli uomini, per il creato e per Lui. Parliamo di fede con un linguaggio più semplice, avviciniamoci alle persone con amore, siamo testimoni di gioia.
C’è bisogno del dialogo con chi hai accanto, di comunicazione con l’altro fino ad arrivare al colloquio con Dio e a testimoniare Lui con la nostra vita.


P. Adilson – È vero, Elena, la maggiore lamentela che sento da parte delle persone che ancora vanno in Chiesa è che nella famiglia nessuno pensa di “alimentare” la loro fede in Dio. Alcuni genitori dicono che i loro figli o nipoti sostengono che non c’è bisogno di Dio per vivere. Penso che questo sia un fatto deplorevole e non riesco a immaginare quale sarà l’esperienza religiosa nella famiglia in futuro.


ElenaSiamo fiduciosi, P. Adilson! C’è lo Spirito Santo! Preghiamo il Signore che aumenti la fede in ogni famiglia e in ogni persona. C’è bisogno di colloquio in famiglia. Guardiamo anche alle tante famiglie che danno testimonianza d’amore. La fede viene alimentata con la preghiera, con la Parola, con le azioni quotidiane, con la comunicazione agli altri della Sua presenza nella nostra vita. Guardiamo, intorno a noi, alle testimonianze di vita delle persone, troveremo Dio che si avvicina ad ognuno e scrive con il proprio sì individuale il disegno che ha per lui. Avviciniamo quelli che sono più in difficoltà e camminiamo con loro insieme a Lui, nostra luce, anche nei momenti difficili. “Coraggio, figlia, la tua fede ti ha salvata”, dice Matteo. (Mt 9,22).

Quindi perché ancora credere?5ok
P. Adilson – Mia cara Elena, questo dialogo mi ha fatto pensare che la domanda giusta non è perché ancora credere, ma perché non si crede con convinzione ai giorni di oggi? Come tu hai detto, anch’io penso che abbiamo più ragione di credere che tutto venga da Dio e tutto ritorna a Dio, come si legge nella Bibbia.
Quello che posso dire è che il Dio della mia fede è il Dio della mia vita. Ma so che la questione rimane ancora aperta e un altro giorno continueremo il nostro dialogo su questa importante domanda...
P. Adilson Schio, ms ed Elena Tasso

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