Da domani e nelle prossime settimane a scadenza verranno pubblicati dei articoli sulle opere di misericordia, come obbiettivo per rinsaldare la nostra fede e la nostra pratica quotidiana per essere misericordiosi come il Padre. Il Giubileo della Misericordia non è finito, si prolunga nel nostro quotidiano.
“Tanti pellegrini hanno varcato le Porte sante e fuori del fragore delle cronache hanno gustato la grande bontà del Signore. Ringraziamo per questo e ricordiamoci che siamo stati investiti di misericordia per rivestirci di sentimenti di misericordia, per diventare noi pure strumenti di misericordia. Proseguiamo questo nostro cammino, insieme.”
(Papa Francesco dall’omelia della Chiusura del Giubileo della Misericordia)
Papa Francesco ci esorta con il dono della Lettera Apostolica Misericordia et misera misera
“Siamo chiamati a far crescere una cultura della misericordia, basata sulla riscoperta dell’incontro con gli altri: una cultura in cui nessuno guarda all’altro con indifferenza né gira lo sguardo quando vede la sofferenza dei fratelli. Le opere di misericordia sono “artigianali”: nessuna di esse è uguale all’altra; le nostre mani possono modellarle in mille modi, e anche se unico è Dio che le ispira e unica la “materia” di cui sono fatte, cioè la misericordia stessa, ciascuna acquista una forma diversa.
Le opere di misericordia, infatti, toccano tutta la vita di una persona. E’ per questo che possiamo dar vita a una vera rivoluzione culturale proprio a partire dalla semplicità di gesti che sanno raggiungere il corpo e lo spirito, cioè la vita delle persone...
Questo è il tempo della misericordia. Ogni giorno del nostro cammino è segnato dalla presenza di Dio che guida i nostri passi con la forza della grazia che lo Spirito infonde nel cuore per plasmarlo e renderlo capace di amare. È il tempo della misericordia per tutti e per ognuno, perché nessuno possa pensare di essere estraneo alla vicinanza di Dio e alla potenza della sua tenerezza. È il tempo della misericordia perché quanti sono deboli e indifesi, lontani e soli possano cogliere la presenza di fratelli e sorelle che li sorreggono nelle necessità. È il tempo della misericordia perché i poveri sentano su di sé lo sguardo rispettoso ma attento di quanti, vinta l’indifferenza, scoprono l’essenziale della vita. È il tempo della misericordia perché ogni peccatore non si stanchi di chiedere perdono e sentire la mano del Padre che sempre accoglie e stringe a sé.”
Viviamo la misericordia un passo dopo l’altro verso gli altri.
Attiviamoci!
Premessa
Papa Francesco, nella Bolla “Misericordia vultus” che indice il Giubileo della Misericordia, così scrive: “È mio vivo desiderio che il popolo cristiano rifletta durante il Giubileo sulle opere di misericordia corporale e spirituale. Sarà un modo per risvegliare la nostra coscienza spesso assopita davanti al dramma della povertà e per entrare sempre di più nel cuore del Vangelo, dove i poveri sono i privilegiati della misericordia divina. La predicazione di Gesù ci presenta queste opere di misericordia perché possiamo capire se viviamo o no come suoi discepoli... Non dimentichiamo le parole di San Giovanni della Croce: “Alla fi ne della vita, saremo giudicati sull’amore” (Mv 15)”.
Con i nostri limiti ed in spirito di obbedienza iniziamo a riflettere sulle opere di misericordia. Esse sono comportamenti pratici che concretizzano l’amore a Dio attuandolo nell’amore al prossimo. Si possono definire i comandamenti della carità, dell’agire, dell’operare secondo la Misericordia di Dio: “Siate misericordiosi come il Padre vostro è misericordioso” (Lc 6,36).
È stato San Tommaso d’Aquino a codificare le opere in 7 corporali, che riguardano le necessità materiali e 7 spirituali che si basano sul rapporto e sulla disponibilità che si deve instaurare con il prossimo.
DAR DA MANGIARE AGLI AFFAMATI
Gli ultimi rilevamenti della FAO (Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura) dicono che circa 20.000 persone ogni giorno muoiono di fame, che ogni anno 3,1 milioni di bambini muoiono entro i primi 5 anni di vita per denutrizione e che 795 milioni di persone non hanno abbastanza cibo. Sono cifre spaventose che ci fanno rabbrividire ma lo diventano maggiormente quando al posto dell’arido numero mettiamo il nome ed il volto di un essere umano creato ed amato da Dio. Ognuna di queste persone ci grida all’unisono con Cristo: “ho fame... aiutami!”.
Essere senza cibo vuol dire avere raggiunto il massimo della povertà ed avvicinarsi alla morte. Cristo non la vuole ed infatti ci ha insegnato a chiedere al Padre “il pane quotidiano” (Mt 6, 11) e, com’è successo per la manna nel deserto, non una provvista ma solo il necessario giornaliero in modo che ce ne sia per tutti. Diciamo infatti il “nostro pane” e non il “mio pane”. Chi non mangia muore e chi nega il cibo diventa corresponsabile di quella morte, complice di quell’omicidio. Chi sfama aiuta la vita. Dio nell’ultimo giorno farà giustizia ed ai “duri di cuore” dirà “lontano da me perché ho avuto fame e non mi avete dato da mangiare” (Mt 25,42), mentre ai poveri dirà “Beati voi, che avete fame perché sarete saziati” (Lc 6,21).
CONDIVIDERE
Sono noti a tutti i motivi per cui nel mondo si muore di fame. Dio vuole che tutte le creature vivano in abbondanza e per questo ha dato loro la terra che è per tutti ed i cui beni sono di tutti. Purtroppo, da sempre, gli uomini non hanno rispettato queste regole ed il loro egoismo e la loro avidità li hanno portati ad odiare, combattere ed uccidere.
Viviamo oggi in una scandalosa e disumana obbedienza alle leggi del mercato che condiziona l’economia mondiale fino a ridurre intere popolazioni alla miseria. Basti pensare che il 20% delle persone vive consumando l’80% delle risorse di tutto il mondo.
Gesù ha compassione di chi ha fame e compie un miracolo (Mc 6,37-44). Se quel ragazzo non avesse condiviso i suoi “cinque pani d’orzo e due pesci” (Gv 5,9) Gesù non avrebbe potuto sfamare “circa cinquemila uomini”. Dio vuole che noi prima condividiamo per poi Lui moltiplicare.
Gesù stesso diventa condivisione perché si fa pane per noi “io sono il pane di vita, chi viene a me non avrà più fame” (Gv 6,35). Nell’ultima cena Gesù prende il pane divenuto il suo corpo, lo spezza e lo distribuisce. Dà se stesso come cibo di vita eterna: la massima condivisione pensabile (Lc 22,19). La celebrazione Eucaristica che, per definizione, è la frazione del pane deve, di conseguenza, essere anche la condivisione dei beni. Chi durante la Messa si nutre del Corpo di Cristo non può lasciare morire di fame il povero che mendica fuori dalla porta.
L’apostolo Giacomo ricorda “Che giova, fratelli miei, se uno dice di avere la fede e poi non ha le opere?” (Gc 2,14) e Papa Francesco aggiunge “Nessuno è così povero da non poter donare qualche cosa ad un altro”.
È sorprendente trovare, per ogni problema che affligge l’umanità, riscontro nel Messaggio della Vergine de La Salette. A proposito della fame Maria dice espressamente “se (gli uomini) si convertono le pietre si trasformeranno in pane e le patate nasceranno da sole nei campi”. Nessun consiglio è più valido di questo: la conversione può operare miracoli!
Purtroppo il problema della fame nel mondo, nonostante tanti sforzi per debellarlo, soprattutto da parte della Chiesa, rimane e rimarrà finché l’umanità non uscirà dal suo egoismo. Usciamo per primi noi dal nostro egoismo trovando ciascuno il proprio modo per aiutare gli altri. Non tutti possiamo andare a servire alla mensa della Caritas ma tutti possiamo donare un chilo di pasta, un litro d’olio, un pacco di biscotti... Evitiamo di sprecare il cibo, usiamolo con parsimonia e rispetto. Dimostriamo pubblicamente, con un segno di Croce, la nostra riconoscenza a Dio tutte le volte che ci sediamo a tavola ed in ogni ambiente. Forse saremo osservati... ma forse qualcuno ci imiterà.
Laici Salettini
Domenica 14 maggio, nella nostra parrocchia, 40 bambini hanno ricevuto per la prima volta il Corpo del Signore.
Dopo un percorso durato due anni, finalmente hanno potuto incontrare "fisicamente" Colui che da sempre li ama e che li stava aspettando.
Polonia 13 -18 settembre 2017
6 GIORNI
PROGRAMMA
1° giorno - Varsavia
Partenza in aereo per Varsavia. Arrivo previsto ore 12,25 e visita guidata della città: la Chiesa della Provvidenza Divina, la Città Vecchia, la Piazza del Castello, la Cattedrale di San Giovanni, la tomba di beato Jerzy Popiełuszko. Arrivo in albergo, cena, pernottamento.
2° giorno –Niepokalanów, Santuario francescano della Madonna Immacolata.
Partenza per Częstochowa. Santa Messa al Santuario. Partenza per Cracovia. Arrivo in albergo, cena.
3° giorno –Visitiamo CRACOVIA - LAGIEWNIKI
Castello reale Wawel, Cracovia. La Piazza del Mercato, la Chiesa di Santa Maria Vergine, la Torre del Municipio,Lagiewniki: visita al Santuario della Divina Misericordia, con la tomba di Santa Faustina Kowalska. Santuario di Giovanni Paolo II.
4° giorno - AUSCHWITZ – WADOWICE
Partenza in pullman per Auschwitz e Birkenau: visita ai campi di sterminio.
Proseguimento per Wadowice, città natale di Giovanni Paolo II, e visita ai “ricordi” di Papa Wojtyla nella mostra appositamente allestita. Visita alla Basilica della Presentazione al Tempio della Vergine Maria.
5° giorno - CRACOVIA – WIELICZKA
Proseguimento per Wieliczka per la visita delle famose miniere di salgemma. Nel tempo libero si potrà visitare Cracovia.
6° giorno - VARSAVIA
Al mattino partenza in pullman per Varsavia destinazione aeroporto e partenza in aereo per Roma.
QUOTA COMPLESSIVA € 710,00 Acconto € 200
LA QUOTA COMPLESSIVA COMPRENDE
Viaggio aereo Roma/Varsavia – Varsavia/Roma (volo di linea),
trasporti in pullman,
visite come da programma, ingressi,
5 notti - sistemazione in alberghi di 3-4 stelle (camere a due letti con servizi privati),
con trattamento di mezza pensione, (colazione, cena)
animatore/assistente spirituale,
Sistema Tour Guide
LA QUOTA NON COMPRENDE
Camera singola (145 €)
Bevande nei pasti, extra in generale, facchinaggio, tasse di soggiorno da versare direttamente in albergo. Mance, portadocumenti,assicurazione: assistenza, rimborso spese mediche.
le iscrizioni fino al 21 Maggio
Per informazioni parrocchia@lasaletteroma.it
E’ INIZIATA L’ESPOSIZIONE PERMANENTE DEL QUADRO “SACRA FAMIGLIA” realizzato dai maestri infioratori di Sangemini con polveri di fiori essiccati. RIMARRÀ ESPOSTO ALLA VENERAZIONE DI TUTTI nella chiesa. Queste sono le foto e il video dell’intronizzazione del quadro raffigurante La Sacra Famiglia, accolto e benedetto il 7 Maggio 2017 nella parrocchia Nostra Signora de La Salette.
IL QUADRO, che ha già fruito della benedizione di Papa Francesco durante l’Angelus del 6 gennaio 2017, APRIRÀ OGNI ANNO IL 6 GENNAIO IL TRADIZIONALE CORTEO DELL’EPIFANIA A S. PIETRO.
Domenica 7 Maggio 2017 durante la S. Messa delle 11.30 verrà accolto e benedetto il quadro che l’Associazione Europae Fami.li.a. ha scelto di consegnare alla parrocchia Nostra Signora de La Salette. Il quadro, già benedetto da Papa Francesco, è realizzato con polvere di fiori essiccati e raffigura la Sacra Famiglia di Nazareth, San Francesco con il lupo, San Giovanni Paolo II, sovrastati da una Colomba che diffonde raggi di luce. Vuole essere testimonianza di un esempio di vita e di amore da imitare e segno tangibile di protezione per la comunità e per le famiglie in particolare. Rimarrà esposto alla venerazione di tutti nella chiesa. Sarà prelevato e aprirà il tradizionale corteo “VIVA LA BEFANA” a San Pietro il 6 Gennaio di ogni anno sfilando con rappresentanze dei parrocchiani, dei maestri infioratori e del comitato dei serventi, all’insegna della pace, della solidarietà e della fratellanza tra i popoli.
Cristo è Risorto! Sì è veramente Risorto! E’ in mezzo a noi! Gioiamo per essere risorti con Lui! Le foto ci fanno rivivere un momento speciale della nostra parrocchia e ci spronano ad annunciare il lieto evento nel quotidiano!
La Parola di Dio
PRESENTAZIONE
Cari lettori, non è possibile credere senza fare riferimento alla testimonianza dell'azione di Dio attraverso il tempo. La Parola di Dio è questa testimonianza, ma Essa deve essere sostenuta da un percorso di lettura, riflessione, meditazione e preghiera, capace di dare una forza profonda alla ragione della nostra fede.
Non possiamo dimenticare che la nostra fede ha una storia che inizia quando Dio tocca il cuore di un popolo per farlo "popolo dell’alleanza". Questa fede accompagna la vita delle persone ed è alimentata dai profeti, uomini e donne forti nella fede, che ricordano al popolo la volontà di questo Dio di promuovere la giustizia e la verità. Inoltre la fede si trasforma in un discepolato, quando Dio stesso manda il suo Figlio, nato da donna, per annunciare a tutti che il Regno è vicino.
La Parola di Dio e la ragione per credere sono state motivo di un altro incontro tra me, P. Adilson ed Elena. Ciò che leggerete di seguito è frutto della nostra conversazione e della nostra esperienza personale della Parola: io, come sacerdote, ed Elena come quella che sempre si è lasciata illuminare dalla Parola di Dio.
Papa Francesco, nel chiudere l’Anno della Misericordia, ha precisato che, anche se l’anno è concluso, non è certo cessato il dovere di meditare e di riflettere sulle Opere di Misericordia e di praticarle nei loro molteplici aspetti. I Laici Salettini, seguendo questo consiglio, ripropongono le loro semplici “riflessioni” che sono state pubblicate sulla rivista La Salette a partire dal primo numero dell’anno 2016.
Domenica, 8:30; 10:00; 11:30; 18:30
Lun-Sab, 9:00; 18:30
L'umanità è una grande e immensa famiglia ... Troviamo la dimostrazione di ciò da quello che ci sentiamo nei nostri cuori a Natale.
(Papa Giovanni XXIII)